Indicazione del giorno fino al quale un alimento è igienicamente idoneo a essere consumato se mantenuto nelle condizioni appropriate, la data di scadenza compare sull’etichetta ed è obbligatoria per legge su tutti i prodotti commestibili. Anche se può non sembrarvi vero, sappiate però che alcuni alimenti sfuggono al deterioramento del tempo tanto da essere considerati inalterabili. Inattaccabili dai batteri che ne provocano il deterioramento, alcuni sarebbero addirittura in grado di conservare altri alimenti.
Unica condizione indispensabile per poter approfittare della loro freschezza sine die, preservandone il gusto senza comprometterne le proprietà nutritive, è quella di conservarli adeguatamente.
Dal sale al cioccolato, dal miele alla salsa di soia, scopriamo quali sono i 10 alimenti che non devono necessariamente finire in pattumiera.
Sale da cucina
Tradizionale conservante di alimenti in epoche passate poiché in grado di assorbire l’acqua dai cibi rendendoli “sgradevoli” ai batteri colpevoli di comprometterne la qualità, il sale è da sempre un prezioso alleato della freschezza. Utilizzabile anche per le pulizie di casa, non scade mai e, anche a distanza di anni, può essere impiegato per insaporire i nostri piatti senza alcun rischio.
Riso
Potenzialmente idoneo a durare 30 anni se fosse conservato a circa tre gradi di temperatura e senza ossigeno, il riso è uno dei cibi più coriacei in natura. Quello integrale potrebbe tuttavia scadere anzitempo, a causa dei grassi insaturi della crusca fibrosa: l’odore di rancido simile a quello della vernice sarà il segnale della sua alterazione.
Cioccolato fondente
Per la gioia di tutti i suoi estimatori, la buona notizia è che il cioccolato fondente può resistere anche 2 anni: se ben conservato e non sottoposto a sbalzi di temperatura il suo gusto squisito sarà sempre lo stesso. Come mai? Lo si deve al c.d. temperaggio, una particolare modalità di lavorazione a cui dobbiamo i cristalli di burro e la croccantezza che lo contraddistingue.
Aceto
I batteri Acetobacter, i quali ossidando l’etanolo ostacolano la proliferazione di altri batteri che col tempo potrebbero rivelarsi dannosi per le bevande alcoliche, fanno dell’aceto un “vino andato a male” privo di reale data di scadenza. Se l’aceto bianco non è soggetto a cambiamenti di alcun tipo, l’aceto rosso potrebbe alterarsi nel gusto e nell’aspetto ma non per questo compromettere la nostra salute
Legumi
Immuni all’aggressione di batteri e muffe, i legumi e i semi secchi possono essere consumati anche a distanza di tempo poiché, grazie alla loro consistenza coriacea e all’assenza di acqua, sono annoverabili fra gli alimenti a lunga conservazione.
Miele
Pare che nella tomba di un faraone sia stato ritrovato del miele , risultato ancora commestibile a distanza di 3.300 anni. Resistente all’attacco dei batteri grazie alla sua bassissime percentuale di acqua e all’elevato contenuto di zuccheri, il miele ha fra le sue innumerevoli proprietà anche quella di avere un’ottima capacità di conservazione nel tempo. Non badate dunque alla data di scadenza riportata sulla confezione e consumatelo senza timore.
Zucchero
Sempre in tema di dolcezza, come il mieleanche lo zuccheronon ha in realtà una data di scadenza, ma è addirittura usato come conservante per altri prodotti alimentari (come ad esempio le conserve di frutta). Una caratteristica distintiva che si deve alla sua capacità di assorbire acqua, al pari di quanto avviene per il sale.
Tonno in scatola
Oltre ad essere un’importante fonte di vitamine, il tonno in scatola è pratico e saporito e per questo molto consumato, specialmente in estate. Vi farà piacere sapere che, salvo che la lattina non presenti un aspetto un po’ gonfiato, il tonno può essere consumato anche se è stato conservato nella credenza per 5 anni. La sua longevità si deve alla sterilizzazione in autoclave.
Salsa di soia
Condimento principe della cucina cinese, la salsa di soia è piuttosto diffusa anche nel nostro Paese soprattutto da quando si conoscono le sue proprietà nutritive benefiche per l’organismo. La usate raramente e vi state chiedendo se dopo un po’ è il caso di buttarle via? Sappiate che si tratta di un prodotto praticamente senza data di scadenza che, grazie al suo elevato contenuto salino, se conservato bene può anche essere consumato anche dopo 3 anni.
Senape
Anche se dovesse perdere il suo intenso profumo originario, la senape è un condimento in grado di restare inalterato a lungo, a condizione di conservarla in un luogo fresco e scarsamente illuminato. Non abbiate paura di consumarla dopo la data di scadenza segnata sulla confezione: l’aceto di cui è composta la rende inattaccabile dalle cariche batteriche nocive per la salute.